Nonsolofood in Copenhagen – parte 5

pubblicato in: Living, Travel | 3

Sono a quota credo dieci o forse ho perso il conto di quante volte sia andata a Copenhagen, ma ogni volta scopro posti nuovi, angoli, ristoranti e, per quanto mi senta quasi a casa in questa città, ogni viaggio è un nuovo viaggio. Ammetto che la scusa siate anche voi, per potervi dare nuovi consigli ed aggiornare il più possibile la mappa, ma siete la giusta scusa per non essere pigra ma curiosa di scoprire quanto questa città si evolva così velocemente.

 

Il mio compagno di viaggio e soprattutto fotografo di questi scatti che vedrete nel post, è stato Michael ed insieme a VISIT DENMARK e VOLA GRATIS siamo partiti per un cinque giorni di full immersion, non solo con loro, ma per loro perché i nostri racconti e scatti andranno poi anche nei loro siti. Cercavano un’esperta di Copenhagen

L’ente del turismo della Danimarca ha un sito molto attivo ed aggiornato, per cui potete sempre sbirciare loro per avere qualche consiglio extra: festival gastronomici.

Mentre il sito VISIT COPENHAGEN vi darà consigli specifici proprio sulla città.

 

Purtroppo, pur conoscendo ormai molto bene Copenhagen, conosco molto poco la Danimarca. In questo viaggio abbiamo fatto una piccola gita fuori porta nella Città di Odense, un’ora e mezza di treno da Copenhagen.

E’ stata davvero una gita breve, magari non è una meta per chi andrà un week end a Copenhagen, ma è un consiglio per chi decide di fare un viaggio itinerante in Danimarca.

E’ un racconto fatto più di immagini, sempre di Michael: leggete GITA A ODENSE.

 

Una precisazione: la mia mappa e guida si sono costruite negli anni, magari un posto buono che ho provato cinque anni fa ora non c’è più o magari non è più buono. Quindi è sempre bene che, se volete andare in un posto che trovate nella mia mappa, prima verifichiate che ci sia ancora o che sia allo stesso indirizzo.

Inoltre verificate sempre orari e giorni di apertura, a Copenhagen spesso sia negozi che ristoranti fanno orari strani e chiudono anche un paio odi giorni alla settimana.

 

Qui tutte le puntate con altri racconti su Copenhagen:

Nonsolofood in Copenhagen – Parte 1

Nonsolofood in Copenhagen – Parte 2

Nonsolofood in Copenhagen – Parte 3

Nonsolofood in Copenhagen – Parte 4

 

 

 

JUNO (bakery)

Una piccola bakery aperta da pochi mesi (Novembre 2017) ma dalla fila che trovi fuori capsici subito che dentro troverai qualcosa di molto buono. Non a caso è stata aperta da un ex cuoco del Noma che ha deciso di realizzare il suo sogno aprendo una panetteria.

Certamente si può andare a fare colazione, ma non ci sono tavolini o servizio, perché vuole essere davvero il fornaio sotto casa, quello di quartiere, da cui vai a prendere il pane fresco (buonissimo) e le brioches da portare a casa. Una piccola mensola all’interno su cui appoggiarsi nelle giornate più fredde (a Copenhagen ce ne sono tante), ed un paio di panchine all’esterno dove godere della bella stagione. Croissant buonissimi dove perdersi nei mille strati della sfoglia. Il classico pain au chocolat e l’immancabile e profumatissimo “kardemomme snurre”, una sorta di ciambelline al cardamomo tipiche dei paesi scandinavi.

Potete fermarvi da Juno, prendere caffè e brioche volante ed andare poi nella nuova zona in evoluzione di Arhusgadekvarter.

 

Conto: due caffè e tre brioches Euro 19,8

 

Juno

Århusgade 48

2100 København

Profilo Instagram: Juno

 

 

HIJA DE SANCHEZ (tacos)

Rosio Sanchez faceva la pasticcera al Noma. Mi sento ripetitiva quando scrivo le origini degli chefs, cosa facevano prima di aprire il loro ristorante, ma questo serve a fare capire quanto la ristorazione in generale a Copenhagen sia di livello molto alto, anche in un semplice posto di tacos come Hija de Sanchez. E’ nato prima un chiosco nel mercato di Torvehallerne ed ora ha il suo piccolo spazio nel meatpacking. Quattro o cinque tavoli all’interno (se andate in inverno preparatevi a fare la fila visti i pochi posti), per avere poi più tavoli fuori nella bella stagione… comunque la fila ci sarà perché i suoi tacos sono famosi. Sono buoni perché autentici. Importano da Oaxaca il mais per fare la loro “masa harina”, l’ingrediente principale delle tortillas che vedrete fare espresse davanti a voi. Un menù piccolissimo scritto su una lavagna luminosa stile fast food. Tre tipi di tacos, uno vegetariano e due di carne. Piacevolmente stupita da quello vegetariano con ceviche di cavolfiore. Sono semplici, con i classici ingredienti della cucina messicana, dall’avocado alla cipolla, dal coriandolo al tocco piccante della salsa, ma proprio nella loro semplicità, buonissimi. Si possono ordinare singolarmente oppure la combo dei tre. Ci sono poi piatti in accompagnamento della tradizione messicana, come riso e fagioli, le quesadillas (tortillas con formaggio) e le immancabili chips di mais con la salsa piccante. Non tralascia le sue origini di pasticcera, proponendo dei buonissimi ghiaccioli. Non li ho provati ma so essere molto buoni.

Da non perdere assolutamente… anche perché ha appena vinto vinto il premio come miglior street food d’Europa 2018!

 

Conto: un combo tacos, una chips e una coca Euro 24,8

 

Hija de Sanchez

8 Slagterboderne

København

Sito web: Hija de Sanchez

 

 

RUBY (cocktail)

Conoscete la mia passione per i cocktail e se ogni tanto ne bevo uno a casa fatto da Enrico, non potevo certo non andare da Ruby. In verità ero già stata anche l’Estate scorsa, ma era un dopo cena, con molta gente e senza possibilità di fare foto perché era molto buio. Questa volta sono andata presto, all’apertura, per trovare locale vuoto e luce naturale. Ruby è stato il primo, ormai dieci anni fa, ad aprire un locale per cocktail. Copenhagen già all’epoca era famosa per la ristorazione, ma se volevi qualcosa da bere erano più che altro bar dove farsi una birra. Ora il mondo dei drinks è sicuramente famoso, ma all’epoca non scontato e quindi non facile aprire un locale del genere che negli anni si è accaparrato un posto nella classifica dei “World’s 50 Best bars”… posto meritato!

Il Ruby si trova in una zona centrale, al primo piano di un palazzo, apparentemente potrebbe sembrare un’abitazione dall’esterno, quando si entra invece ti ritrovi in un locale bellissimo, curato nei dettagli, dalle linee pulite danesi ma con richiami all’epoca del proibizionismo.

Servizio attento e gentile, ma soprattutto molto preparato. Potrete ordinare i classici cocktail oppure farvi incuriosire dalla carta che cambia stagionalmente e con proposte molto interessanti e particolari.

Perfetto per il dopo cena, ma è talmente bello che vi consiglio di andare magari per un aperitivo e vederlo con la luce naturale.

 

Conto: un cocktails Euro 15

 

Ruby

Nybrogade 10

1203 København

Sito web: Ruby

 

 

SLURP RAMEN JOINT (ramen)

Philip ha lavorato in vari posti nel mondo (Noma compreso) e dopo un’esperienza giapponese si è scoperto innamorato dei ramen, il più famoso dei comfort food giapponesi.

La grafica è molto divertente, rappresentata da un cane che si ritrova poi nelle magliette dei camerieri, nella grande lavagna luminosa appesa con il menù e la bellissima luce al neon rosa. Il locale è piccolo, non ci sono tavoli ma banconi con sgabelli lungo il perimetro. Attenzione perché non c’è il bagno. Menù semplice e ridotto, tre tipi di antipasti e quattro tipi di ramen.

I noodles sono fatti da loro. Abbiamo preso un veggie ramen, con un brodo di funghi e un shoyu ramen, un brodo di soia con naturalmente maiale e uovo. Il ramen mi è piaciuto, ma ho avuto come l’impressione che gli mancasse un tocco perché avesse più carattere, ma sicuramente è un locale dove consiglio di andare. Forse è perché ho fatto poi il paragone con “Ramen to Biiru” che leggerete in seguito.

Non si prenota, preparatevi a fare un po’ di fila per sedervi. Si lascia il nome all’ingresso e nell’attesa potete andare al vicino Mercato Torvelarne a bere una birretta.

 

Conto: un ramen e un gyoza Euro 25,5

 

Slurp Ramen Joint

Nansensgade 90

1366 København

Sito web: Slurp Ramen Joint

 

 

 

KIIN KIIN BAO BAO (bao)

Spesso succede che grandi chef con ristoranti stellati abbiano la loro versione “low cost”. Questo non vuole dire che siano di qualità inferiore, tutt’altro. Spesso sono locali più informali, divertenti e dove gli chefs possono giocare di più col menù senza dovere badare a regole imposte dalle stelle.

E’ il caso di Kiin Kiin Bao Bao, cugino del thai stellato Kiin Kiin (non l’ho ancora provato) che con i bao, panini cotti al vapore, propone la versione asiatica delle tapas.

Un menù non molto grande, ma con la giusta offerta di piatti e soprattutto senza doversi perdere nella scelta. Nonostante ci siano anche zuppe, secondi ed insalate, il mio consiglio è di buttarsi sui bao. Abbiamo preso due bao ed un piatto a testa dalla lista degli snack. Ho scelto uno con il maiale sfilacciato, che è un classico dei bao, con arachidi e salsa goma a base di sesamo. Poi un altro con il pollo fritto ed una salsina leggermente piccante. Inutile dire che erano buonissimi. Il pane perfetto, il giusto ripieno ed equilibrio di sapori e consistenze. Dagli snacks abbiamo ordinato delle chips di kale e chips di topinambur, entrambe buonissime e servite con delle salsine in cui fare il puccino.

Il locale è molto bello. Ricordatevi di prenotare.

 

Conto: due bao, uno snack, acqua Euro 25

 

Kiin Kiin Bao Bao

Vesterbrogade 96

1620 København

Sito web: Kiin Kiin Bao Bao

 

 

JAGGER (hamburger)

Una volta c’era il Mc Donalds, poi sono arrivati gli “hamburger gourmet” dal nome inflazionato. Ora è un po’ come tornare alle origini. Per fare un buon hamburger non c’ è bisogno di strafare, di creare panini immensi e con mille ingredienti starni. Semplicità e qualità sono la chiave. Il nuovo trend sono gli hamburger sì del fast food, ma di livello alto.

Jagger è questo, una nuova versione del fast food. Menù scritto in lavagne luminose in alto, dove puoi scegliere il panino, i sides e da bere, oppure il menù completo, il classico “combo”. Ordini alla cassa, ritiri il vassoio quando è pronto e ti siedi nei tavoloni.

Da Jagger l’immagine è molto bella, curata, una bella grafica pulita e semplice. Viene proprio voglia di andare, mangiare un hamburger e naturalmente fare una foto.

Invece dell’hamburger classico ho preso il “pulled pork” (panino con maiale sfilacciato) che spesso prendo all’estero perché lo adoro ed in Italia non si trova. Se devo trovare un piccolo difetto forse era appena un poco asciutto, ma molto buono e saporito. Pane perfetto. Michael ha preso l’hamburger vegetariano ed ha detto essere molto buono.

Ci sono diverse location, non solo a Copenhagen (noi lo abbiamo mangiato ad Odense), cercate la più comoda per voi.

 

Conto: un hamburger, una patatina, una coca Euro 13,5

 

Jagger

Istedgade 62

1650 København

Sito web: Jagger

 

 

BRØNNUM (cocktail)

E’ il fratello, secondo ed ultimo nato, di Ruby. Anche lui molto bello, grande maestria nella preparazione e carta dei cocktail interessante.

Il locale è diviso in più spazi. Un grande ambiente all’ingresso con bancone e sgabelli, poi ci sono diverse salette, una per eventi privati ed anche un dehor all’aperto.

Non so se sia perché si trovi in una zona più turistica o perché ci sia qualche dettaglio che stoni (tipo macchina del caffè invadente e computer in vista), ma mi ha affascinato meno rispetto a Ruby. Questo non vuole dire che non lo consigli è solo che se dovessi scegliere un solo posto fra i due dove andare, sceglierei Ruby.

 

Conto: un cocktail euro 16

 

Brønnum

August Bournonvilles Passage 1

1055 København

Sito web: Brønnum

 

 

LA NETA (tacos)

Posso dire di avere fatto scorpacciata di tacos in questo viaggio a Copenhagen, è che li adoro e a Milano non sono ancora riuscita a trovare un buon messicano.

Faccio una piccola premessa a proposito di “Mikkeller”, anche se forse dovrei scrivere un post intero dedicato a loro, quello che sono e quello che fanno. Nascono come un birrificio, ormai considerato uno dei più innovativi al mondo, con una selezione non solo di birre buonissime ma con delle grafiche pazzesche. In una parola io li adoro ed adoro tutto quello che fanno! Non si sono fermati ad essere un birrificio, ma hanno anche aperto dei locali, non delle catene, ma ognuno con una sua personalità e caratteristica. La Neta è uno di questi.

Amo i loro locali perché hanno uno studio dietro, un’identità forte, cura nei dettagli e soprattutto puntano sull’autenticità di quello che propongono. Ad essere sinceri La Neta, in gergo messicano vuole proprio dire “la verità”, perché vuole essere vero ed autentico.

Il locale è stupendo, traspare il Messico. Un mix di oggetti da mercatini, luci fluo al neon, e scritte raccontano un design messicano contemporaneo. Non a caso il locale è stato disegnato da un designer messicano.

Chips con salsa piccante, guacamole, riso e fagioli, tacos mini (assaggio delle cinque varianti) oppure in versione grande, quesadillas, tequila, mezcal e naturalmente birra. Vi consiglierei una cosa in particolare ma la verità è che dovete andare e provare tutto!

 

Conto: due mini tacos, una quesadillas e una birra euro 19.

 

La Neta

Nørrebrogade 29

2200 København

Sito web: La Neta

 

 

RAMEN TO BìIRU (ramen)

Traduzione, ramen e birra e se dico birra, per me è solo Mikkeller. Eccolo un altro loro ristorante, tra l’altro non lontano da La Neta.

Ancora una volta attenti ai dettagli ed autenticità in tutto, dal cibo, avendo fatto venire uno chef dal Giappone, fino al concetto del locale in sé. Come nei locali di ramen giapponesi, all’ingresso c’è un distributore automatico, tipo quelli del caffè o delle bibite. Lì si ordina, si sceglie il tipo di ramen, se di soia, di miso o al sale, scegli la carne, il grado di piccantezza, gli extra come l’uovo, e naturalmente da bere con una scelta non solo delle loro birre ma anche di quelle giapponesi. Prendi il bigliettino che esce dalla macchina e con quello si va alla cassa a pagare, poi il cibo viene servito.

I noodles perfetti, il brodo saporito, nonostante abbia preso quello vegetariano di miso con funghi e uovo,e la birra in accompagnamento buonissima. Dimenticavo molto buono anche il loro kimchi.

 

Conto: un ramen e una birra euro 29.

 

Ramen to Bìiru

Griffenfeldsgade 28

2200 København

Sito web: Ramen to Bìiru

 

 

JOHN’S HOTDOG DELI (hotdog)

Dopo hamburger e tacos, per restare in tema di street food, mancava l’hot dog. Tempo fa vi avevo parlato di altri posti per l’hotdog (spero siano ancora buoni) ma in alternativa ecco un altro posto nel meatpacking. Come si direbbe in inglese gli hotdog a Copenhagen sono un”big deal”, nel senso che sono una cosa seria; tanto è vero che quando due anni fa creai il social eating “hot dog e champagne”, mi ispirai proprio a Copenhagen.

Gli hotdog sono comuni, ci sono tanti chioschetti per strada. Anche in questo caso, un piatto semplice di street food, se fatto con i giusti ingredienti può diventare spettacolare e non affatto scontato.

John’s hotdog deli nasce come ambulante, ma visto il successo, soprattutto legato alle salse in accompagnamento, ha poi aperto un locale vero e proprio nel meatpacking. Si sceglie il tipo di wurstell e la birra, per il resto è una sorta di hotdog DIY, ossia te lo farcisci da solo servendoti al bancone delle salse ed accompagnamenti. Molto buono.

 

Conto: un hotdog, patatine e una birra euro 18.

 

John’s Hotdog Deli

Flæsketorvet 39

1711 København

Pagina Facebook: John’s Hotdog Deli

 

 

RESTAURANT VANDVID (ristorante)

Il ristorante Vandvid, aperto da poco (Autunno 2017), ha una storia da raccontare dietro ad ogni cosa che troverete e se sarete fortunati ad andare in un momento (credo raro) di tranquillità, sarà bello farvi raccontare tutto direttamente dai proprietari, come è successo a noi.

Si trova su di una casa galleggiante e qui c’è la prima storia perché da soli hanno ristrutturato la chiatta trasformandola in ristorante; come da soli hanno costruito i tavoli nella falegnameria di uno dei proprietari e a loro volta, ogni tavolo, ha una sua storia perché fatto con legni antichi e particolari. Lo stesso vale per i piatti, creati apposta per loro da un ceramista locale, perché su questo puntano, il famoso Km zero. Come la materia prima che è biologica e proviene da coltivatori della zona.

Siamo andati all’ora di pranzo, in una fredda e piovosa giornata. Ma se la giornata era grigia, l’atmosfera all’interno era molto calda ed accogliente, per questo posso solo immaginare la meraviglia che sarà nella bella stagione, quando dalle vetrate entrerà il sole e sarà possibile bersi un bicchiere di vino sul pontile.

Il menù è semplice, non ha piatti ricercati ma parte della tradizione, un po’ quello che mangeresti a casa di uno del posto, ma curati e con attenzione alla materia prima ben selezionata.

Abbiamo mangiato degli smørrebrød assemblati da noi (in verità inizialmente avevamo sbagliato a costruirceli), una rilette di trota e la loro “bistecca” vegetariana.

Anche in questo caso il menù è piccolo, cosa che preferisco sempre, ma varia spesso perché seguono la stagionalità.

Da provare! Meglio prenotare.

È più decentrato, apparentemente lontano, ma si arriva comodamente con il traghetto che si prende da Nyhavn.

 

Conto: questa volta siamo stati ospiti dei proprietari per cui non so indicarvi il prezzo, ma on line, direttamente nel loro sito, trovate menù e relativi prezzi.

 

Restaurant Vandvid

3, Ben Websters Vej

2450 Copenhagen

Sito web: Restaurant Vandvid

 

 

ANDERSEN & MAILLARD (cafè)

Milton Abel, pasticcere e proprietario del locale, non solo vanta nel suo Cv di avere lavorato al Noma, ma anche da Per Se a New York ed avere rifiutato una posizione da French Laundry in Napa Valley. I sogni e l’amore spesso sono più forti delle proposte economiche.

Ha aperto da pochissimo, inizio 2018. Un mix fra forno, dove potere mettere in pratica le sue doti, ed una torrefazione. Il menù ancora in evoluzione e versione ridotta, ma credo che presto emergeranno le sue doti da pasticcere.

Sono andata per colazione ed ho mangiato un croissant buonissimo (neanche a dirlo), cappuccio ottimo ed il classico pane e formaggio… il formaggio l’ho lasciato a Michael ed io mi sono divorata il pane (mi sarei mangiata una pagnotta intera) cospargendolo di burro. Questi peccati li faccio solo a Copenhagen o in Francia, dove il burro non è come quello che si trova da noi.

 

Conto: due croissant, due cappucci, pane e formaggio euro 23

 

Andersen & Maillard

Nørre Allé 14

2200 København

Sito web: Andersen & Maillard

 

 

MÆRSK TOWER (architettura)

La Tower è un’estensione di Panum, la Facoltà di Salute e Scienze Mediche dell’Università di Copenhagen. Per gli amanti dell’architettura è sicuramente una meta obbligatoria. Gli architetti hanno voluto creare intanto una struttura che andasse ad integrarsi in armonia con il paesaggio circostante, le case, il parco, ma soprattutto, essendo un centro di ricerca all’avanguardia mondiale, volevano che fosse un luogo dove creare sinergie per incoraggiare nuove opportunità di incontro come ispirazione per nuove ricerche rivoluzionarie.

Il “percorso galleggiante” a zig zag che passa attorno alla struttura ed il parco del campus essendo aperti al pubblico hanno avvicinato i cittadini e non solo, creando interesse a tal punto che il quindicesimo piano, da cui si gode di una vista pazzesca, è aperto al pubblico. C’è anche la possibilità di fare la visita guidata, su prenotazione, all’interno dell’edificio. La visita costa euro 12 e le informazioni su come prenotare sono direttamente nel sito.

 

Mærsk Tower

Nørre Allé 14

2200 København

Sito web: Mærsk Tower

 

 

KINFOLK (gallery)

La famosa rivista americana di lifestyle Kinfolk ha aperto uno spazio e quindi una sede a Copenhagen. Non solo uno spazio lavorativo per i dipendenti, ma una galleria per eventi, scambi, incontri, aperta a tutti dove chiunque possa andare a fare un salto.

Una galleria in evoluzione in quanto spesso cambiano le esposizioni ma anche gli allestimenti degli spazi. Colori naturali, arredi minimali e lineari creano un ambiente informale dove potersi sentire bene.

In pieno centro, affianco ad Illum, vale la pena fermarsi anche solo per comprare una copia della rivista.

 

Kinfolk

Amagertorv 14

1160 København

Sito web: Kinfolk

 

 

OLUFSVEJ (quartiere)

Potrà sembrare banale, già vista, turistica, ma è impossibile andare a Copenhagen e non andare a Olufsvej, una via di casette colorate.

Per gli amanti delle facciate, l’alternativa al Nyhavn, è andare qui. Senza turisti e senza ressa. Sono andata al mio primo viaggio, ma tutt’ora torno ogni volta. L’unico difetto è che essendo abitazioni, spesso troverete le macchine parcheggiate davanti.

Una volta nel quartiere, sarà poi la scusa per esplorare Østerbro. Un po’ di shopping da Normann Copenhagen, una passeggiata a Fælledparken, una merenda da Leckerbaer e per chi ha un cane, vado sempre a prendere un po’ di regali per Bruno da Barks & Bones.

 

Olufsvej

2100 København

 

 

ARHUSGADEKVARTER (quartiere)

La zona di Arhusgadekvarter, fermata Nordhavn, seppur ora in espansione, è un quartiere storico con una sua identità perché è una parte antica della città in quanto è un porto. Ancora una volta, l’intento non è di cancellare quello che c’è, quindi nascondere quello che è il porto ed una zona simile ad un cantiere, ma cercare di far coesistere il vecchio con il nuovo. Cemento, legno, acciaio e asfalto i materiali tipici dei porti che si ritrovano nella nuova urbanizzazione. Nuovi spazi, nuovi edifici, dove l’estetica rude del porto viene ingentilita ed esaltata da dettagli e materiali più raffinati.

Il merito di tutto questo cambiamento, in primis va dato allo studio danese di architettura Cobe che dando nuova vita ad un Silo dismesso, trasformandolo in edificio residenziale, ha determinato la riqualificazione post-industriale del quartiere.

Appartamenti che si affacciano sull’acqua, negozi attenti alla sostenibilità che promuovono un design più di nicchia e ricercato danese, palestre e spazi giochi all’aperto sul tetto di un edificio.

Consiglio una passeggiata di esplorazione del quartiere e nella bella stagione penso che sia molto piacevole. Un negozio che sagnalo in zona è Yume.

 

 

SUPERFLEX (parco)

Superkilen è un progetto di parco urbano a Nørrebro, nato nel 2011, progettato da SUPERFLEX in collaborazione con gli studi di architettura BIG e Topotek1.

Uno spazio pubblico che promuove l’integrazione attraverso le linee di etnia, religione e cultura. Su questi tre aspetti ha voluto puntare BIG con la partecipazione pubblica come forza trainante del progetto.

Un luogo di incontro per i residenti del quartiere più etnicamente diverso.

Superkilen è diviso in tre aree principali: The Red Square, The Black Market e The Green Park. Mentre The Red Square rappresenta la moderna vita urbana con caffè, musica e sport, The Black Market è la classica piazza con fontana e panchine. Il Green Park è un parco per picnic, sport e passeggiate.

In Marzo “The Red Square” era come smantellata, non so se fosse in manutenzione o verrà modificata.

 

Sito web: Superflex

 

 

HOTEL DANMARK (hotel)

L’Hotel Danmark fa parte dei Brochner Hotel, lo stesso gruppo dell’Sp34 dove ero già stata e di cui vi avevo raccontato.

Aperto di recente, Primavera 2017, in pieno centro, affianco alla Piazza del Municipio e vicinissimo a Tivoli… in verità dalla finestra della mia stanza ho visto anche i fuochi d’artificio che Tivoli fa nel week end.

Lo si può considerare un “boutique hotel”, ha 89 camere, dalla suite fino addirittura a qualche camera stile “ostello” da condividere con letti a castello.  E’ formato da due edifici collegati, uno del ‘700, che conserva la sua facciata originale, l’altro moderno, degli anni ’70, ora elegantemente rivestito con piastrelle verdi e smeraldo a livello della strada.

Il design reinterpreta gli elementi classici in modi innovativi, con elementi unici in termini di superfici di decoro nelle camere e nelle suite in cui le pareti sembrano velluto morbido e le piastrelle di ceramica sono creativamente integrate nella facciata dell’edificio.

Una lobby che vuole essere un luogo di incontro dove bere un bicchiere di vino durante la “wine hour”, un roof top dove godere nella bella stagione di una magnifica vista sulla città e la possibilità di noleggiare le biciclette che sono il mezzo migliore per visitare Copenhagen.

Seppur un hotel di lusso, lo stile vuole essere informale, senza manierismi. Le stanze partono da euro 160 per notte con colazione inclusa.

 

Hotel Danmark

Vester Voldgade 89

1552 København

Sito web: Hotel Danmark

 

 

QUALCHE CONSIGLIO EXTRA

 

1) Dipende dal giro che farete, se volete andare in musei o siti che richiedano un biglietto, se è la vostra prima volta o siete dei veterani, ma la COPENHAGEN CARD è un ottimo investimento. Dura tre giorni, vi permette di girare senza limiti su tutti i mezzi pubblici, compreso treno per Louisiana (bellissimo museo di arte moderna), ed entrare in musei o luoghi con ingresso a pagamento. Se il vostro viaggio non sarà solo passeggiare per la città ma vedere qualcosa di più, consiglio di farla. Potete comunque, prima di partire, controllare il sito di Copenhagen card, vedere cosa include e decidere se farla o meno, in base al vostro programma di viaggio.

 

2) Se vi ho incuriosito con la birra Mikkeller e siete curiosi di provarla anche solo per avere le loro stupende bottiglie o lattine, si trova anche in Italia. Una selezione di ben 157 etichette la trovate nel sito di Cantina della Birra (LINK), da cui potrete ordinarle on line.

 

3) Prima di andare in un ristorante, verificate se accetta le prenotazioni ed in quel caso ricordatevi di prenotare o rischierete di stare fuori da molti ristoranti.

 

 

3 Responses

  1. Gita a Odense | non solo food

    […] Il pranzo lo abbiamo fatto da Jagger che era un posto che volevamo provare a Copenhagen (ce ne sono alcuni) ma ce lo siamo trovati davanti e ne abbiamo approfittato. Hamburger buonissimo. Leggete nella guida di Copenhagen. […]

  2. Silvia The Food Traveler

    Sono stata a Copenhagen tantissimi anni fa durante una vacanza con i miei genitori e nonostante fossi una ragazzina mi sono innamorata della città. Spero di tornarci prima o poi, perché amo il nord Europa e perché Copenhagen ha tanto da offrire dal punto di vista gastronomico.
    Mi salvo tutti i tuoi consigli nel frattempo!

    • lidia

      Ciao Silvia, ci si innamora facilmente di Copenhagen ❤️
      Hai ragione, dal punto di vista gastronomico c’è davvero tanto!

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